La Storia

C’ERA UNA VOLTA…

Alla fine della seconda guerra mondiale mio nonno Luigi comprò una grande proprietà, 800 ettari di terreno e diverse coloniche e fabbricati, in un’area molto particolare dell’Appennino a cavallo tra le regioni della Toscana, della Romagna, delle Marche e dell’Umbria. Non so di preciso perché scelse proprio questi luoghi, ma so che il legame che unisce la mia famiglia a queste colline inizia dalla scelta del nonno.

A pochi chilometri dalla proprietà c’è la sorgente del Tevere, che passando dall’Umbria arriverà poi a bagnare Roma.
Questo è un territorio unico e particolare che risente delle influenze che per secoli hanno distinto le diverse vallate, quelle che scendono verso la Romagna a nord, quelle che scendono verso il mar Adriatico ad est, o la profonda valle del Tevere a sud, mentre a ovest si trovano le valli che portano a Firenze ed Arezzo.

Quella che oggi è una comoda gita in auto, da una vallata all’altra, è stato per millenni un ambiente protetto, popolato a macchia di leopardo e costruito su microcosmi dove regnavano usi e costumi tipici e distintivi. Cucina, dialetti, proverbi, abitudini che anche se collocati in territorio toscano, si fondono e si combinano oggi con quelli delle tante regioni confinanti.

Fino a quando il nonno si è occupato di mantenere lo stile rurale che tanto amava, qui ci venivo a passare le estati con i miei fratelli. Su quei prati pascolavano placide mandrie di mucche di razza limousine, lasciate libere, mentre noi correvamo come pazzi su quei prati e ci sembrava di volare. Ho bevuto il latte fresco appena munto e ho assaggiato formaggi che ancora odoravano di latte.
Il nonno ci portava ad esplorare i dintorni, dalla riviera romagnola, a Rimini, ma anche alla Verna, Città di Castello, Citerna, Montieri, Monte Fumaiolo e Anghiari, sempre un mix di cultura e svago. Devo ringraziare sempre mio nonno per avermi fatto vivere giornate piene di luce e di energia, e per avermi guidato e fatto scoprire quel mondo magico contadino, pieno di saggezza, ingenuità e di autentico rispetto della natura.

Quando nel 2007 ho ereditato una porzione di quella grande proprietà ho scelto il casale che, con la sua vista sulla vallata, aveva per me un valore simbolico e sentimentale.
Rappresentava per quella sua posizione, per quel suo essere in fondo ad una strada che si snoda in mezzo agli alberi, l’ideale su cui poter costruire uno dei miei sogni: ristrutturare una casa in mezzo alla natura e farla diventare speciale.

 

Maria Ricceri

Before
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Quercia Rubra

Il Casale

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